Riflessioni del Dirigente Scolastico sugli scrutini del I quadrimestre

A tutti i docenti

Agli alunni Alle famiglie

A tutti i portatori di interesse

Riflessioni del Dirigente Scolastico sugli scrutini del I quadrimestre

Queste riflessioni del Dirigente Scolastico scaturiscono dai risultati degli scrutini del I quadrimestre e dalle relative criticità emerse alla luce dell’ordinamento scolastico così come novellato dalla legge 107/2015. Sono, altresì, il risultato di un ampio confronto avvenuto all’interno del Nucleo Interno di Valutazione della nostra Istituzione Scolastica. Sono indirizzate sia ai Consigli di classe sia ai Dipartimenti disciplinari per il tramite dei rispettivi coordinatori. Il documento che le contiene viene pubblicato sul sito Web della nostra Istituzione scolastica ed è indirizzato, altresì, a tutti i portatori di interesse interni (shareholders) ed esterni (stakeholders).

1. Nello scrutinio di tutte le classi è stata rilevata una debole coerenza della valutazione disciplinare con gli elementi di valutazione discussi e declinati ormai in termini di protocollo nel Collegio dei docenti del 27 gennaio 2017. E’ appena il caso di ricordare che i criteri di valutazione di cui si parla sono il risultato delle indicazioni pedagogico-didattiche del riordino dell’Istruzione tecnica e professionale di cui alle OO.MM. 8720 e 88/2010 e sono stati via via precisati nel documento principe della nostra Istituzione Scolastica, il Piano dell’Offerta Formativa, da quest’anno PTOF con valenza triennale, e passati al vaglio della sperimentazione ministeriale del Progetto VALES. I docenti che si sono discostati nella valutazione dei risultati di apprendimento delle rispettive discipline dai parametri di cui sopra sono tenuti a fornire ai coordinatori del Consiglio della propria classe motivazione scritta ed approntare una rimodulazione della programmazione seguendo il criterio della differenziazione didattica e della personalizzazione.

2. Dallo scrutinio nelle classi del primo biennio (prime e seconde) si evidenzia una mancata cogenza tra i risultati delle prove oggettive strutturate in ingresso e la relativa progettazione didattica disciplinare e/o di classe. Il dirigente scolastico rammenta che le prove strutturate in ingresso uguali per tutti gli alunni consentono di avere un quadro preciso delle loro competenze sulle quali si devono progettare sia azioni didattiche disciplinari sia di classe come classi aperte parallele e/o attività laboratoriali. Formalizzare una situazione di partenza dell’alunno, consente di progettare e di registrare ogni suo miglioramento nella costruzione/acquisizione delle conoscenze e delle competenze. Nei casi in cui l’alunno non dovesse fare registrare alcun miglioramento o modesti risultati, il docente è tenuto a registrarne le cause attraverso ‘osservazioni sistematiche’ pedisseque e consultabili in qualsiasi momento.

3. In molti casi, è stata rilevata una scarsa coerenza tra la valutazione disciplinare e la valutazione dell’area disciplinare di appartenenza. Per fare un esempio ormai classico: un alunno non può avere una valutazione di piena sufficienza in Italiano e una scarsa in lingua straniera o viceversa. E se accade, bisogna spiegarne i motivi che spesso sono legati al rapporto docente-discente piuttosto che a fantasiose motivazioni. Questo fenomeno è un indicatore, altresì, della mancanza di coordinamento tra le discipline ma soprattutto di una mancata progettazione per assi culturali e mappe concettuali.

4. Dallo scrutinio nelle classi del secondo biennio (terze e quarte), i cui alunni sono destinatari della importante innovazione metodologica e didattica dell’Alternanza Scuola Lavoro, è stato, solo episodicamente, fatto un cenno alla motivazione ad apprendere che discende dall’esperienza in situazione aziendale, senza alcun parametro valutativo che potesse essere utilizzato nella valutazione complessiva dell’alunno.

5. Nelle classi del primo biennio, i cui risultati di apprendimento sono obiettivi di processo per le discipline di Italiano e Matematica in particolare, e per tutte le altre discipline più in generale, continua a manifestarsi il fenomeno della “varianza” di risultato che consiste nella valutazione difforme tra le classi e tra i corsi. Il fenomeno riguarda principalmente le discipline come la Matematica ma in misura minore anche Educazione Fisica ed Economia aziendale. Solo in parte Italiano. Il Dirigente Scolastico ha piena consapevolezza che il fenomeno ‘de quo’ riguarda anche le sue ‘azioni’ e, in dipendenza di ciò, oltre a prestare un’attenzione maggiore nella formazione delle classi e nell’assegnazione dei docenti alle stesse, raccomanda ai tutti i docenti del primo biennio un più attento coordinamento in fase progettuale che sicuramente trova sede, dopo le deliberazioni del Collegio dei docenti e prima dei Consigli di classe, nei Dipartimenti disciplinari. Progettare per assi culturali e mappe concettuali, privilegiare non solo le conoscenze bensì le abilità e le competenze, adottare innovazioni organizzative quali classi aperte parallele e attività laboratoriali, sfruttare appieno tutti gli ambienti di apprendimento sono scelte efficaci per la soluzione del problema.

6. Nello scrutinio delle classi quinte (monoennio) continua a rilevarsi un rallentamento dei risultati di apprendimento, seppure in presenza di ‘performance’ molto positive in alcune classi, motivato con un presunto calo di impegno degli alunni in quanto arrivati all’ultimo anno. Ricordo che gli alunni della nostra Istituzione scolastica, storicamente, hanno raggiunto risultati modesti alla fine del percorso formativo che si conclude con l’Esame di Stato e, in dipendenza di ciò, il miglioramento di questi risultati è stato individuato come obiettivo di processo. Pertanto, una rimodulazione della progettazione didattica del quinto anno alla luce di tutte le innovazioni legislative recenti e delle acquisizione pedagogico didattiche più avanzate appare ineludibile. E’ fuorviante sentire ancora espressioni del tipo “non ho finito il programma”, “non sono interessati alla scuola” perché danno l’idea di una scuola (e di docenti) che sono legati ad un modello educativo del passato mentre tutta l’azione pedagogico e didattica (come è acclarato dai documenti nazionali ed europei) deve essere “student-centered”. Alla luce di quanto finora esposto, appare opportuno rileggere tutti di documenti della nostra Istituzione scolastica che sono compresi nel PTOF. Ad ogni buon fine, si allega* alla presente comunicazione un modello di scheda di progettazione e documentazione delle attività di recupero che ogni docente, una volta compilato, consegnerà al coordinatore della propria classe.

Canicattì 16/02/2017

Il Dirigente Scolastico

Prof. Vincenzo Fontana

 

 

* saranno disponibili a breve